Villa sulla collina – Revigliasco (TO)
Anno 2014
Progetto: UdA con Maby Picco
Team di progettazione: Andrea Marcante, Valter Camagna con Maby Picco
Collaboratori: Marco Luciano, Luca Malavolta, Corrado Curti, Emanuele Franco
Dati tecnici:
Villa bifamiliare composta da n. 2 unità abitative per complessivi 300 mq. su due livelli. Struttura in ferro e calcestruzzo armato a setti e pilastri. Tamponamenti verticali in laterizio e vetro con pellicole adesive stampate. Rivestimento esterno a facciata ventilata in pannelli di multistrato fenolico con manto di erba sintetica incollato sulla superficie a vista.
Situazione:
Lotto di terreno collinare a forte pendenza, di forma rettangolare ed orientato a sud. Il sito collocato in posizione elevata ed ai margini di una zona boscata, domina la pianura ed il paesaggio sottostante composto dal mosaico delle coltivazioni agricole e dei centri abitati. La proprietà è raggiungibile tramite due strade che costeggiano il bordo inferiore e superiore.
Tema:
L’edificio e l’interazione con il paesaggio. L’architettura come strumento per interagire con un luogo e svelarne le caratteristiche. L’inserimento di un elemento estraneo: la nuova costruzione, in un contesto esistente si configura come una operazione di tassellatura.
Progetto:
Il nuovo edificio sebbene composto da due unità è pensato come un unico corpo adagiato sul pendio e proteso verso la pianura sottostante. E’ stato collocato nella zona superiore del lotto privilegiando l’accesso dall’alto tramite la strada superiore. L’edificio si caratterizza così per l’interazione con il paesaggio: come elemento di contaminazione e manipolazione della realtà circostante attraverso la forma e le superfici esterne; come organizzazione degli spazi interni attraverso una totale permeabilità visiva e spaziale lungo l’asse longitudinale orientato secondo il pendio.
Si è così sviluppata l’idea di una architettura mimetica, percepibile attraverso angoli visuali profondamente diversi. E’ il rapporto tra artificio e natura, ogni nuovo edificio è una riduzione delle potenzialità di un luogo. Ogni nuova architettura si sovrappone al preesistente e ne modifica le caratteristiche. L’artificialità della nuova costruzione si esprime in forma mimetica, dominante è l’approccio dall’esterno caratterizzato dall’accesso alla casa dall’alto; dal tetto piano che diviene l’unico elemento percepibile dalla strada e che con la sua linea di orizzonte domina e ridefinisce il paesaggio sottostante. Tuttavia questa geometria che sembra volersi imporre sulla realtà viene invece contaminata e assume su di sé, sulla propria pelle, i caratteri di incertezza e mutevolezza che la circondano.
La realtà è una texture, il rivestimento esterno dell’edificio diventa un mosaico, una trama astratta e al tempo stesso familiare: la trama del lavoro dell’uomo che ha trasformato la natura del paesaggio. All’interno gli spazi si dispongono e si organizzano attorno al rapporto tra l’uomo e l’ambiente immediatamente circostante, tra la casa ed il terreno in cui è inserita.